Mistero Doloroso (Adelphi)
di GRAZIA CALANNA
L’evidenza dell’amore che tacitamente s’insinua nell’animo dei prescelti senza preavviso, senza discriminazioni. L’amore espressivo che, pur imbavagliato, suo malgrado, fiata. Punge, indistintamente, coscienza e intelletto. “Un dolore caro” che nell’andirivieni incessante mostra “il turchino scuro” del firmamento. Una storia, quella narrata da Anna Maria Ortese nel suo “Mistero Doloroso”, edizioni Adelphi, ambientata, sul finire del ‘700 in quel di Napoli, città “molto più piccola di quanto lo sia ora, perduta sotto un cielo di una luminosità di pietra preziosa, raccolta entro un silenzio incantato, interrotto solo dal plo-plo delle ruote delle carrozze signorili, o dal canto melodioso di qualche venditore di limonate”. Protagonisti la piccola Florida, “creatura così perfetta di lineamenti, così bianca di pelle e nera di capelli, così preziosa e fine, da sembrare irreale”, figlia dell’infaticabile e zelante sarta Fertì, e il principe Cirillo, probabile erede al trono di Spagna, “ragazzo scarno, di media statura, senza nessun tratto notevole, salvo il colore scuro del volto e la tristezza degli occhi”. Una narrazione pervasa da sensazioni di “sogno, di disperazione e magnificenza insieme” che trae la propria forza dalla semplicità di piccoli accadimenti, estatiche sospensioni, vicendevoli batticuori, e, congiuntamente, il tepore inconsueto del “loro riverbero leggero”.
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