mercoledì 1 febbraio 2012

In un corpo solo
di Claudio Bagnasco (Quarup)


Storie che scivolano. Non possiamo, non vogliamo trattenerle, eppur scivolando graffiano. Storie che scuotono, malmenano dall’intimo. Storie che vestono gli incubi (tangibili) della corporeità. L’anima fiata digrignando i denti di corpi fantocci appesi al filo della follia dilagante. L’anima è un puzzle difettoso intrappolato in un corpo accidentale. L’anima a dispetto del titolo -  o forse no - è la protagonista di questo meandro emozionale.  Parliamo del libro intitolato “In un corpo solo”, novità letteraria di Claudio Bagnasco, edizioni quarup. Oltreché per la meticolosità, lo scrittore genovese, si riconosce per originalità espressiva e stile ghermente, “Forse perché la bellezza deve stare da sola e non confondersi con l’amore, forse perché l’unico riscatto dalla fine è un nuovo inizio”. Afferra il lettore con la forza di un assunto accattivante, “A Carla piace, quando ha tempo, stendere i principali quotidiani nazionali sul letto e leggere in ognuno la medesima notizia, per scoprire in quanti modi diversi ma in fondo identici si possa essere lontani dalla verità”,  con altrettanto vigore lo spinge tra le braccia della riflessione o, per meglio dire, al centro di un incrocio meditativo, “Se non avessi paura. Saprei distinguere le cose, pretenderle, impugnarle, e le persone le nominerei tutte e voce alta, coglierei al volo le differenze, e così anch’io sarei capace di scegliere”.                                               
Grazia Calanna  

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