lunedì 6 gennaio 2014




«WILLIAM SHAKESPEARE E LA TEMPESTA DEL GUANTO ASCHERATO» DI LINA MARIA UGOLINI
Il mago Prospero raccontato ai bambini
di Grazia Calanna su LA SICILIA del 3 gennaio 2014
 
“Noi siamo della stessa materia di cui sono fatti i sogni”, l’estatico pensiero di Prospero, tratto dalla popolare commedia shakespeariana, è il leitmotiv del nuovo libro di Lina Maria Ugolini, “William Shakespeare e la tempesta del guanto mascherato”, impreziosito dalle raffinate illustrazioni di Pia Valentinis, edizioni “rueBallu”. Una storia soffice, sbocciata dal desiderio di presentare ai più piccoli la figura di Shakespeare e, con essa, il teatro elisabettiano, nata, spiega l’autrice, “dopo uno studio necessario ad estrarre un nocciolo di semplice contenuto espressivo che possa diventare seme di fantasia per chi legge”. Risolutiva per il plot è stata l’idea del guanto magico, suggerita dalla circostanza che il padre di Shakespeare facesse proprio il guantaio. “Il guanto è di per se maschera della mano, se poi offriamo a questo guanto la possibilità d’appartenere proprio al mago Prospero – personaggio che buona parte della critica considera l’anima di Shakespeare nonché metafora dell’invenzione teatrale – il gioco è fatto. Il libro è dedicato a un bambino vero (che ora ha dodici anni) di nome Marco. Un bambino coraggioso che per fortuna ha superato un lungo periodo di malattia. Marco va matto per le scimmie e per i libri. Le storie belle funzionano se le vivi con il cuore”. - Quale funzione hanno la fiaba e il “fantastico viaggio per cielo e per mare” proposti ai lettori? “La fiaba, come dice Rodari, è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo. Il punto essenziale, dunque, sta nella scelta della chiave. Nessuno può sapere quale sia quella giusta ma una cosa è certa: le chiavi servono ad aprire porte e serrature, a spalancare davanti ai nostri occhi e alla nostra mente, una dimensione razionale o emotiva di conoscenza. Il veliero di Marco Capitano usa la chiave dell’immaginazione. I bambini per crescere hanno bisogno di questa chiave, devono usarla con intimità attraverso il tempo della lettura. Questo tempo è un viaggio che non può essere indotto virtualmente, non può stare sullo schermo di un pc. Con Pia Valentinis, che l’editore ha scelto tra le più brave e premiate illustratrici italiane, abbiamo costruito un libro che si chiude con un elastico come un antico quaderno, un oggetto prezioso per imparare l’arte elementare del leggere e dello scrivere. Lavorare con lei -  conclude la Ugolini -, è stato magnifico perché la fiaba si è nutrita di colori. Pia pensa e immagina con la matita. La matita è una chiave di lettura della realtà straordinaria: l’occhio osserva, il tratto capisce e nell’illustrazione sottolinea particolari essenziali, suggeriti sottovoce dalla parola. Il colore diventa poesia, un vapore ineffabile che scorre, capitolo dopo capitolo, creando un ritmo, una musica muta”.

 
 

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